Camerun: al via la costruzione di un pozzo

“Non possiamo fare grandi cose su questa Terra, solo piccole cose con grande amore.” Santa Teresa di Calcutta

Il Camerun è un paese poverissimo. Per capire quanto, basti pensare che è uno degli stati più arretrati dell’Africa Sub Sahariana collocandosi al 153° posto su 188 per quanto riguarda l’indice di sviluppo umano, che la popolazione ha una aspettativa di vita solo di 56 anni (questo dato colloca il Camerun tra gli ultimi Paesi del mondo), che la quota di popolazione che vive sotto la soglia di povertà tocca il 40%. Questo porta delle gravi implicazioni per quanto riguarda l’aspettativa di vita: il tasso di mortalità che è pari al 12 % raggiunge il 57 per mille per i bambini sotto i 5 anni per i quali anche il tasso di malnutrizione è allarmante in quanto tocca il 33% .Per quanto riguarda le donne, poi, il tasso di mortalità materna è molto elevato (690 morti per 100.000 nati vivi) anche perché sono molto rari i parti assistiti adeguatamente e le donne che danno alla luce il primo bambino sono ancora adolescenti: il 25,2% infatti diventa madre tra i 15 e i 19 anni.
In considerazione dei gravi problemi che affliggono il Camerun e il continente Africano in generale, le suore Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria da quasi 20 anni hanno aperto una loro casa in questo Paese in uno dei quartieri limitrofi della capitale: Eikiè, nel quale vivono circa 30mila persone, di cui circa 10.000 sono bambini. Da anni Senzaconfini supporta questo Centro medico gestito dalle Suore con l’invio di strumentazione e finanziamenti per l’acquisto di medicinali anche in coerenza con la sua specifica missione, esperienza e professionalità in campo sanitario.

Negli ultimi anni, un altro problema ha assunto gravità sempre maggiore: la mancanza di acqua potabile.
L’unico pozzo che finora forniva acqua, anche se non potabile e non nella quantità necessaria, negli ultimi mesi ha dato acqua cosi sporca da non poter essere neanche filtrata! Dopo vari tentativi di rendere potabile l’acqua con l’uso di filtri, sia per i costi che per l’esigua disponibilità di acqua di cui si poteva disporre, le Suore hanno chiesto di aumentare la profondità del pozzo attuale nella speranza di trovare una vena acquifera meno inquinata. I tecnici del posto dopo una attenta verifica hanno consigliato di scavare un nuovo pozzo in un’ altra zona dove si troverebbe con maggiore certezza acqua più pulita se non proprio potabile!
Senzaconfini ha dunque deciso di intervenire con la realizzazione di un pozzo artesiano, che prevede uno scavo profondo di piccolo diametro per raggiungere falde acquifere profonde, che fornirà almeno 7000 m³ di acqua potabile giornaliere che potrebbero soddisfare, in parte, anche i bisogni delle gente povera che gravita attorno alla Casa delle Suore.

Per realizzare un intervento realmente efficace, infatti, bisogna stare ad osservare quali sono i bisogni, spesso in costante mutamento. Per questo, Senzaconfini si sposta leggermente dall’ambito sanitario per portare avanti un’azione che avrà dei notevoli benefici sulla vita di molti!

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